Cittadinanza, proprietà terriera e il koinon dogma: una reinterpretazione storica del petalismo siracusano

Autori

  • Matteo Barbato Università degli Studi di Milano Autore

DOI:

https://doi.org/10.69590/1hqxy058

Parole chiave:

koinon dogma, Cittadinanza, proprietà terriera, petalismo siracusano

Abstract

Questo contributo offre un riesame del resoconto di Diodoro Siculo sul petalismo siracusano sulla scorta del dibattito storiografico sull’opera diodorea. Il petalismo viene presentato da Diodoro come una variante locale dell’ostracismo ateniese introdotta nel 454 a.C. in risposta a molteplici tentativi di instaurare una tirannide a Siracusa ma presto abolita in quanto causa di una crisi nella vita cittadina della polis. Nonostante le sue incongruenze, la narrazione diodorea è accettata dalla gran parte degli studiosi, che usano il petalismo come un fattore importante per determinare l’assetto costituzionale della Siracusa post-dinomenide. Lo scopo del presente contributo è di fornire una rilettura che valorizzi la voce autoriale di Diodoro (pur senza dimenticarne le fonti) e restituisca una visione meno atenocentrica del petalismo cogliendone i tratti riconducibili alla realtà coloniale della Sicilia di quinto secolo. La prima parte analizza la sezione procedurale del passo diodoreo e dimostra che lo storico non possedeva informazioni dirette sul petalismo, del quale aveva dedotto caratteristiche e finalità per analogia e confusione con l’ostracismo e l’ekphyllophoria ateniesi. La seconda parte è dedicata alla sezione storica del resoconto diodoreo sul petalismo e mostra come, ad una narrazione improntata sulla stasis tra vecchi cittadini e naturalizzati, Diodoro ne avesse sovrapposta una incentrata sullo scontro tra demagoghi e «cittadini più rispettabili» (οἱ χαριέστατοι τῶν πολιτῶν), secondo un suo tipico schema narrativo volto a semplificare scenari di conflitto politico in ottica moralistica. Il petalismo appare dunque non come un istituto anti-tirannico ma come uno strumento nato per rispondere alle problematiche sociali derivanti dalla ridefinizione del corpo civico e dalla ridistribuzione terriera promosse dal κοινὸν δόγμα del 461 a.C.

This article re-examines Syracusan petalism in view of the current historiographical debate on Diodorus Siculus. Diodorus portrays petalism as a local variant of Athenian ostracism introduced in 454 BC in response to multiple attempts at establishing a tyranny in Syracuse, only to be abolished soon after it caused a crisis in the civic life of the polis. Despite its inconsistencies, Diodorus’ narrative is accepted by most scholars, who take petalism as evidence for determining the constitutional order of post-Deinomenid Syracuse. This piece offers a new interpretation of petalism which appreciates Diodorus’ authorial voice and his use of the sources. I aim to provide a non-Athenocentric view of petalism and stress its relevance to the colonial environment of fifth-century Sicily. First, I analyse the procedural section of Diodorus’ narrative. I show that the historian lacked any direct information on petalism and deduced its procedural features by analogy with Athenian ostracism and ekphyllophoria. I then focus on the historical section of Diodorus’ account of petalism. I demonstrate that, on a narrative detailing a stasis between ancient and naturalised citizens, Diodorus superimposed one centred around the struggle between demagogues and «the most respectable citizens» (οἱ χαριέστατοι τῶν πολιτῶν), according to a pattern he typically used to adapt scenarios of political conflict to his moral agenda. I thus argue that petalism was not an anti-tyrannical institution but a tool to tackle the social problems caused by the re-definition of the citizen body and land distribution carried out as a result of the κοινὸν δόγμα in 461 BC.

Pubblicato

25-09-2024