In villam abire – il contributo di Stabia per la conoscenza e la valorizzazione del territorio vesuviano

Autori

  • G. Zuchtriegel Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei Autore

DOI:

https://doi.org/10.69590/jzsfen71

Parole chiave:

In villam abire, Stabia, territorio vesuviano

Abstract

Le evidenze archeologiche dell’antica Stabia, in epoca arcaica centro di grande importanza favorito da una felice posizione geografica e dal suo porto naturale, appartengono principalmente al periodo successivo la distruzione Sillana, a seguito della Guerra Sociale (89 a.C.). In questa fase, il suo territorio è composto da una fitta rete di ville, rustiche e di ozio, che ci offrono la possibilità di studiare una forma di insediamento non urbano, diffuso, con caratteristiche peculiari che aggiungono importanti elementi alla lettura degli antichi paesaggi culturali tra il Vesuvio e la penisola sorrentina. Il contributo suggerisce spunti di riflessione per mettere a fuoco aspetti della storia passata di Stabia, quali la Villa Romana come entità economica e sociale, intesa come fundus autonomo, e di quella recente, non da ultimo riguardo le strategie volte a raccontare il suo patrimonio attraverso mostre, spazi museali e percorsi archeologici all’interno della più ampia rete dei siti vesuviani. La giornata di studi, di cui si presentano gli atti in questo volume, testimonia grazie alla eterogeneità degli studi specialistici tutta l’ampiezza dell’attuale contesto scientifico-culturale ed i progressi fatti in ambito di tutela, ricerca e valorizzazione nel territorio stabiese, le cui ville e collezioni archeologiche non fanno ancora sorprendentemente parte del Sito Unesco 829 “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”.

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Pubblicato

18-09-2024