Archeologia e città. La Villa San Marco a Stabia nel tessuto urbano contemporaneo. Scavi, restauri e prospettive di ricerca

Autori

  • Salvatore Suarato Dottorando presso la Scuola Superiore Meridionale nell’area disciplinare ‘Archeologia e Culture del Mediterraneo Antico. Ricerca storica, conservazione, fruizione del patrimonio’ Autore

DOI:

https://doi.org/10.69590/1hrxhr27

Parole chiave:

Villa San Marco, Stabia, scavi, restauri, archeologia

Abstract

La Villa San Marco a Stabia rappresenta un complesso archeologico profondamente stratificato, che si mostra al visitatore contemporaneo come decontestualizzato dalla sua originaria dimensione paesaggistica e territoriale. Partendo da una scala più ampia, il presente contributo affronta, nella prima parte, le due fasi di scavo condotte a Stabia e, rileggendo criticamente il dato documentario, da un lato intende comprendere le ragioni per cui sono state bloccate le prime ricerche settecentesche; dall’altro si pone come una riflessione interpretativa sulle dinamiche interpersonali tra le due figure più importanti della riscoperta novecentesca, Libero D’Orsi e Amedeo Maiuri, e sul ruolo che avrebbe avuto il secondo nei programmi di scavo e restauro. La seconda parte, invece, passando alla scala architettonica, mira a risarcire una lacuna bibliografica sulla storia dei restauri di Villa San Marco, presentando un primo studio sistematico sul tema, corroborato da analisi autoptiche e dal rilievo dei materiali antichi e moderni, che oggi il sito archeologico presenta. Nell’ultima parte, infine, ritornando alla dimensione territoriale, si propone un primo bilancio di una ricerca in corso di approfondimento, rivolta tanto alla conoscenza dei processi insediativi e delle trasformazioni urbane tra Stabia e Castellammare, quanto alla valorizzazione del patrimonio archeologico stabiano nel necessario confronto con la città contemporanea.

The Villa San Marco at Stabia is a densely stratified archaeological complex, which appears to contemporary visitors as out of context with its original landscape and territorial dimension. Starting from a wider scale, the first part of this paper addresses the two excavation phases carried out at Stabia and, by critically re-reading the documentary data, on the one hand aims to understand the reasons why the first eighteenth-century excavations were blocked; on the other hand, it is an interpretative reflection about the interpersonal dynamics between the two most important figures of the twentieth-century rediscovery, Libero D’Orsi and Amedeo Maiuri, and about the role the second one would have played in the excavation and conservation projects. The second part, moving to an architectural scale, aims to complete a bibliographical lacuna in the history of the conservation of Villa San Marco, presenting the first systematic study on the subject, corroborated by autopsy analyses and by the survey of ancient and modern materials that the archaeological site presents today. In the last part, returning to a territorial level, the paper proposes a first report of research in progress, aimed at the knowledge of settlement processes and urban transformations between Stabia and Castellammare, as well as at the enhancement of the archaeological heritage of Stabia in the necessary comparison with the contemporary city.

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Pubblicato

18-09-2024