All’inizio degli anni '90 del secolo scorso, durante la costruzione di un imponente complesso abitativo presso Via Martucci (ex contrada Morelli), furono rinvenute una serie di strutture archeologiche riferibili alle fasi di vita dell’antica città campana di Capua.
In particolare, gli scavi misero in luce alcuni ambienti quadrangolari connessi tra loro, le cui stratigrafie erano state fortemente compromesse dagli interventi edilizi moderni. I vani erano parte di una struttura decisamente più ampia - probabilmente una domus - al cui interno furono individuate anche strutture interpretabili come fornaci, funzionali alla lavorazione e alla fusione del bronzo.
Tale ipotesi risulta essere ulteriormente avvalorata dal rinvenimento di numerosi oggetti realizzati in questa lega, cui si aggiungono anche un cospicuo lotto di matrici e alcuni frammenti di crogioli.
La scoperta è da considerarsi straordinaria, in quanto si tratta della prima e unica evidenza di questo tipo rinvenuta sul suolo di Capua, città nota in antico proprio per la realizzazione di vasi in bronzo, definiti Campana Suppellex, che furono largamente esportati in tutte le province dell’Impero.
Un accurato lavoro di indagine sul sito è in corso, a cura di un gruppo di archeologi della Scuola Superiore Meridionale e con la direzione scientifica del prof. Carlo Rescigno.
Allo studio della documentazione di scavo, finalizzato a ricostruire le stratigrafie ed i contesti, è stata affiancata una puntuale analisi dei materiali rinvenuti, con particolare riguardo alle matrici, che sono state sottoposte a tomografie assiali computerizzate (TAC), per comprenderne le volumetrie e riuscire a ricostruire la filiera produttiva dell’atelier artigianale.
Le attività di ricerca prevedono altresì interventi diretti sul sito, sia di pulizia e messa in sicurezza delle strutture superstiti, sia di rilievo, operato attraverso le moderne tecnologie fotogrammetriche e digitali.