Il santuario di Rossano, situato nel territorio di Vaglio della Basilicata, rappresenta uno dei principali punti di riferimento per lo studio dell’archeologia del sacro dei popoli italici meridionali. L’area, inserita in un contesto paesaggistico di grande suggestione, è oggi parte di un percorso di visita archeologica che valorizza il suo rilevante carattere monumentale e storico.
Le prime sistematiche indagini furono condotte nella seconda metà del Novecento da Dinu Ademesteanu. A lui si deve l’individuazione e la parziale esplorazione di un ampio piazzale centrale con doppio altare, fontane, porticati e una complessa articolazione a terrazze, interpretabili come parte di un impianto cultuale di grande respiro. La scoperta dell’avvio di una strada processionale ha inoltre offerto importanti indizi sull’organizzazione rituale e sull’accessibilità del santuario.
Nel corso del tempo, le ricerche archeologiche hanno permesso di mettere in luce la ricchezza stratigrafica e la lunga diacronia della frequentazione del sito, dal periodo preromano fino alla prima età imperiale. Tuttavia, numerosi aspetti topografici restano ancora da chiarire, in particolare riguardo all’eventuale presenza di un sacello o di una struttura cultuale vera e propria, funzionalmente collegata al piazzale cerimoniale e al monumentale doppio altare.
Le indagini condotte nei primi anni Duemila, mediante trincee esplorative sul settore nord del cosiddetto sagrato, avevano l’obiettivo di localizzare strutture esterne al complesso noto, ma non produssero risultati risolutivi, lasciando in sospeso l’interpretazione della terrazza superiore. A partire da tali premesse, la campagna di scavo 2024 ha integrato le indagini stratigrafiche con prospezioni geofisiche, finalizzate a individuare anomalie nel sottosuolo eventualmente non riconducibili a interferenze moderne. I dati raccolti nel corso delle ricerche sono stati elaborati all’interno di un GIS, costantemente implementato, strumento indispensabile alla comprensione di un sito come Rossano.
Di particolare rilievo si sono inoltre dimostrate le ricerche condotte all’interno del santuario, dove sono state esplorate le sequenze stratigrafiche più profonde, mirate alla comprensione delle fasi costruttive e di rifacimento. Gli interventi del 2024 hanno permesso di documentare in modo puntuale le fasi più tarde di utilizzo e dismissione di alcuni degli ambienti, ma anche di riconoscere murature e fondazioni pertinenti a fasi cronologicamente più antiche. Tali dati offrono ora nuovi spunti per riconsiderare l’evoluzione architettonica del complesso e l’articolazione spaziale e funzionale del santuario nel tempo.
Le indagini recenti hanno confermato l’importanza del sito non solo per la comprensione dei culti locali, ma anche per lo studio delle trasformazioni architettoniche e urbanistiche dei luoghi sacri italici in età preromana e repubblicana. Il santuario di Rossano continua così a costituire un laboratorio privilegiato per l’indagine archeologica dei processi cultuali, topografici e costruttivi nella Lucania antica.